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Passando alla stagione gotica, come in Italia e
in Francia, anche in Spagna l'apporto dei monaci cistercensi fu
fondamentale per la trasformazione dello stile e del gusto, in particolare in
ambito architettonico.
Il Monastero di La Oliva (1164) è considerato il primo
esempio di architettura gotica in Spagna. L'influenza francese sull'architettura
locale è invece particolarmente evidente nelle cattedrali di
Burgos, Toledo
e León, tutte risalenti alla prima
metà del ‘200. Quest'ultima in particolare è la prima che imita volutamente lo
stile rayonnant di alcune cattedrali francesi (come quella di Reims).
Che vuol dire rayonnant? Letteralmente significa “raggiante”, “irradiante”. Il
termine fa riferimento ai raggi dei rosoni traforati che immettevano una luce
mistica ed elegante al tempo stesso all'interno dei sempre più slanciati spazi
della fede. La cattedrale di León conserva un meraviglioso esempio di rosone
simile sulla propria facciata occidentale. Ma il termine rayonnant si riferisce anche alla
rinnovata concezione della fede propria del gotico: una religiosità sempre più
mistica, ardente, “fiammeggiante”, appunto, si diffondeva tra le persone,
informando di sé le scelte estetico-costruttive degli spazi della preghiera. |
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Bellissime anche le vetrate colorate proprie di questa stagione artistica; ne
troviamo di splendide a León, insieme ad una ricchissima decorazione scultorea,
elementi che fanno della cattedrale il più ricco e completo esempio di gotico
spagnolo.
La Catalogna
invece si distinse per originalità, dando vita ad una stagione gotica
davvero innovativa. Gli architetti catalani evitarono lo sviluppo in altezza
degli edifici, slancio scelto soprattutto dai francesi, e preferirono lo
sviluppo in larghezza, come nelle cattedrali di
Barcellona(1258), di
Palma di Maiorca (1314) e
di Girona (1312); quest'ultima ha la
volta medievale più ampia d'Europa, di 22 m di ampiezza.
Nel Sud della Spagna, come pure nel Sud Italia, la
cultura gotica, e l'arte figurativa in primis, subirono maggiormente l'influsso
islamico. La cattedrale di Siviglia
è l'esempio più significativo del gotico arabeggiante spagnolo. Fu iniziata nel
1402 sul sito di una moschea della quale ha conservato l'impianto largo ed
oblungo che ricorda una sala più che una navata. L'antico minareto della moschea
divenne campanile e tuttora è considerato il simbolo della città (è la
cosiddetta “Giralda”).
Alcuni edifici vennero invece realizzati direttamente
in stile islamico, il mudéjar, parola che in arabo significa “qui è
permesso rimanere”, ed è lo stile che durante il regno cristiano in Spagna
continuò volutamente ad utilizzare forme islamiche; l'Alcázar di Siviglia
è uno di questi: la costruzione fu cominciata nel 1364 per volere di Pedro I,
anche noto come Pedro il Crudele; l'edificio ha l'aspetto di un palazzo
musulmano in ogni dettaglio, anche nell'aspetto delle iscrizioni che celebrano i
re cristiani.
Il termine arabo alcázar significa “castello” e
in genere viene riferito ai palazzi fortificati. Nato in origine come fortino
dei mori, l'Alcazar fu ampliato svariate volte.
Sotto Pedro I furono utilizzati lavoratori mori per la
modifica della preesistente struttura. Sotto
Carlo V si apportarono abbellimenti
in stile gotico che tuttora contrastano con le preesistenti parti in stile
islamico.
La Spagna possiede anche numerose fortificazioni e
castelli eretti unicamente per scopi militari, oltre a moltissime città
murate e strutture analoghe. Tali costruzioni sorsero per lo più in seguito alla
guerra tra mori e cristiani, ma servivano anche per proteggersi durante le lotte
intestine tra i vari regni cristiani in cui era diviso il paese prima
dell'unificazione voluta dai re Ferdinando di Castiglia e Isabella d'Aragona
(1469).
I castelli erano spesso pensati in base a criteri
costruttivi piuttosto antiquati, con cinte murarie massicce e alte, mentre nel
resto d'Europa si erano già fatte strada idee più avanzate nel campo
dell'architettura difensiva.
In molti casi gli architetti adattarono gli edifici
all'ambiente circostante: nacque così la tipologia di castello detta gran
buque, “grande nave”, come quello di Peñafiel (‘400), lungo oltre 200 m, ma
largo meno di 25, simile a una nave a vedersi.
La fortificazione medievale più interessante in Spagna
è sicuramente quella delle mura di Avila
(1090-1099), tuttora ben conservate: hanno 88 torri e circondano la città per
intero, per circa 2,5 km; sono alte in media 12 m e spesse 3 m circa.
Parlando invece più in generale del XV secolo in
Spagna, come in Europa fioriva il gotico internazionale, interessante
fusione della logica gotica, delle esigenze di corte e dei primi elementi
rinascimentali, così in Spagna l'architettura gotica più tarda e matura ebbe
spesso un carattere molto fantasioso ed elaborato.
Lo stile plateresco nacque dall'incontro di
proto-rinascimento italiano, elementi islamici e gotico spagnolo. Con
l'importazione, poi, di numerosi tesori dalle nuove colonie americane sul finire
del Quattrocento e nel secolo successivo la Spagna divenne in assoluto la
nazione più ricca e potente del mondo. Lo stile plateresco si prestava bene alle rinnovate
esigenze di ostentazione di tale benessere e potenza. Plateresco significa letteralmente “alla maniera degli
orafi”; l'arte plateresca in effetti è così decorata e ricca da avvicinarsi più
alle tecniche della lavorazione dei metalli preziosi, con effetti di cesello ed
intarsio a dir poco virtuosistici, che a quelle della scultura in pietra.
Gli ornamenti, non essendo in alcun modo legati alla
struttura portante, si concentrano nell'abbellimento delle facciate in
particolar modo.
Per quanto concerne la scultura in pietra, in
Spagna in epoca gotica essa si rifece spesso e volentieri ai modelli francesi,
assumendo forme sempre diverse. Se ne possono ammirare splendidi esemplari nelle
maggiori cattedrali del paese, in particolare nelle sopracitate Burgos e León.
Quello sulla pittura gotica spagnola è un
discorso ancora diverso. Lo stile romanico locale continuò anche in epoca gotica
la propria fioritura, mentre il gotico francese cominciava a influenzare l'arte
della miniatura, più vicina alle esigenze narrative, ma anche celebrative e di
rappresentanza proprie degli ambienti cortigiani, nobiliari e religiosi. Solo nel ‘300 l'influsso italiano si cominciò a far
sentire in Catalogna, anche perché la corte papale, allora trasferitasi ad
Avignone, si trovava all'improvviso molto vicina. Ad Avignone, tra l'altro, operava il pittore senese
Simone Martini. In altre regioni della Spagna il gotico internazionale si impose
sul finire del Trecento, anche se la sua caratteristica raffinatezza fu talvolta
compromessa da un certo gusto per il realismo, come nell'enorme San Giorgio del
Victoria and Albert Museum di
Londra, in cui le torture subite dal santo sono
descritte sin nei particolari più orridi e raccapriccianti. Il dipinto è stato
attribuito a Marzal de Sax, artista di origine tedesca attivo a
Valencia intorno
al 1400.
La Spagna non poteva poi non subire l'influsso dei
Paesi Bassi, con cui aveva costanti e proficui rapporti commerciali. L'incontro
tra la profonda, drammatica religiosità spagnola e l'attenzione fiamminga
all'analisi minuziosa del dato reale, unita alla nordica predilezione per la
pittura ad olio, portarono alla nascita del cosiddetto stile ispano-fiammingo.
Il nuovo orientamento trovò la sua massima espressione nell'arte di Bartolomé
Bermejo (Cordova, 1440-1495), che fu attivo soprattutto a Valencia, Barcellona e
Saragozza (sotto, “La Pietà con S. Girolamo”, 1490, Museo della Cattedrale di
Barcellona).
Chiudo con il Quattrocento la prima parte del
discorso, anche perché, un po' come in Italia, fu davvero un secolo di svolta,
un punto di snodo storico ed artistico dalle proporzioni grandiose e dalle
conseguenze a dir poco durature. Se il Rinascimento in storia si fa iniziare con eventi
come la scoperta dell'America nel 1492 (o, meno spesso, con la morte di Lorenzo
il Magnifico nello stesso anno in Italia) non possiamo non tenere conto delle
molte conseguenze che quest'evento ebbe sulla cultura, sulla mentalità, sulla
visione del mondo propria degli uomini dell'epoca. Il mio tributo alla stagione delle scoperte, dunque, è
proprio questo: utilizzare questa data come data spartiacque nella meravigliosa,
quanto ardua impresa di riassumere la lunga e ricca storia dell'arte spagnola
dalle origini ai giorni nostri.
Laura Panarese |