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La corrida in Spagna
La corrida
in Spagna
Il tempo e la storia hanno tramandato questa
forma di sfida tra la forza della natura, il toro, e l'uomo. Per chi non è nato in Spagna la corrida
è un semplice e pittoresco spettacolo, anche troppo cruento. Ci sono i
sostenitori della corrida, quelli che ne apprezzano la storia, la
tradizione, la simbologia, che percepiscono la sfida tra
matador ed toro come un confronto
mitico che trascende la realtà, affermando
che se loro fossero tori
preferirebbero morire durante una corrida invece che in un macello... e
ci sono gli oppositori che ritengono la corrida un'ostentazione
volgare e violenta, un triste spettacolo di violenza gratuita sugli
animali.
A prescindere dal nostro personale pensiero,
vi diamo di seguito alcune informazioni interessanti sulle corride.
In Spagna ci circa 400 Plaza de
Tores ed ogni Plaza de Tores ha una piccola cappella dove ogni
torero riceve la benedizione di un prete prima di entrare nell'arena. Il
prete deve assistere a tutta la corrida.
Le le feste più note durante le quali si tengono corride sono quelle di
Medina Celi (in cui il toro ha le corna infuocate),
S. Isidoro a Madrid e
S. Firmino a Pamplona.
Nei paesi più piccoli la corrida si svolge una sola volta all'anno, il
giorno in cui si festeggia il santo patrono.
La corrida dura circa un'ora e mezza e
durante questo tempo sono uccisi 6 tori da 3 toreri.
Ogni anno sono uccisi 30.000 tori mentre 40 sono i toreri e i picadores
morti nell'ultimo secolo.Nessun
toro è mai stato graziato.
Le prime gare con i tori in Spagna risalgono a
circa l'800 dopo Cristo, ma la corrida come la si conosce oggi risale al
XIV secolo ed era praticata solo dall'aristocrazia a cavallo.
Nel 1670 fu fondata a Siviglia la prima scuola di tauromachia. Sotto Franco ci fu una sorta di sottacere
riguardo alle corride, per non dare
un'idea violentadella Spagna
all'estero. Negli anni '60 ci fu invece un periodo di
grande popolarità per la corrida.
Il confronto tra vita e morte rappresentato nella corrida è stato cantato in poesia, in musica, in teatro, rappresentato in pittura. I romanzi di
Ibanez ed
Hemingway alimentarono
il mito della corrida e del torero, così come i ruoli svolti da star del
cinema in film che parlavano di toreri (
Sofia
Loren, Ava Gardner,
Gina Lollobrigida, Lucia Bosè).
Hanno condannato la corrida Peyrou,
Voltaire, Montesquieu, Byron, Garcia Lorca, Victor Hugo e più di recente
Almodovar, che ne “Il
Matador”, denuncia la violenza sui tori e critica il cattolicesimo.
Dietro alla corrida vi
sono molti interessi di tipo economico, politico e turistico. Ricchi
latifondisti, allevatori di bestiame, agenzie turistiche richiamano a
giustificazione la tradizione, l'interesse turistico, artistico e
sportivo dell'evento.
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