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Classe politica spagnola
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in Spagna
La Spagna è una democrazia giovane, nata da un processo di transizione
che si è compiuto alla morte del generale Franco ma che si era avviato
già a partire dagli anni '60 quando si produssero varie trasformazioni
di tipo socio-economico nel paese. Le prime elezioni democratiche si
sono tenute nel 1977 e sono state vinte dall' UCD.
I partiti politici attuali hanno base nazionale e regionale (ancora
forti sono i movimenti indipendentisti).
I due principali partiti sono il PSOE (Partido Socialista Obrero Espanol)
e il PP (Partido Popular prima del '89 era chiamato AP (Alianza Popular).
Il PSOE fondato nel 1879 è oggi il maggiore partito della sinistra
spagnola. Di matrice radicale a metà degli anni '70 si è
progressivamente spostato su posizioni sempre più moderate. Dall' '82 al
'93 è stato il primo partito del paese. Nel 2004 ritorna primo partito
spagnolo quando viene eletto, alcuni sostengono quasi per caso dopo la
strage di Al Qaeda presso la stazione di Athocha a Madrid, José Luis Zapatero. Nel 2005
la Spagna ha votato sì per la
Costituzione Europea.
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L'AP fondata nel '76, inizialmente è un partito di estrema destra
radicato sulle posizioni molto conservatrici della chiesa e dei ceti
medio alti a cui partecipano vari esponenti franchisti. AP ottiene pochi
consensi inizialmente (9% nel 1977 e 6% nel 1979) ma le cose cambiano
con il crollo dell'UCD nel 1986 quando AP diviene il secondo partito del
paese raccogliendo il 26% di voti. Nell' '89 diventa Partid Popular (PP)
e Josè Maria Aznar ne diventa il leader. Il partito assume sempre più un
orientamento moderato e nel 1996 si completa la transizione verso il
centro e il PP vince le elezioni, grazie anche all'appoggio del partito
regionale catalano e basco. Fra i successi del periodo di governo Aznar:
la riduzione della disoccupazione (di circa 10 punti), una forte
crescita, una decisa spinta verso le liberalizzazioni e il miglioramento
dei conti pubblici spagnoli.
Nel 2003 Mariano Rajoy diventa il nuovo leader ma perde le elezioni
contro il PSOE di Zapatero.
Alle elezioni del 9 marzo 2008 si sono fronteggiati il non troppo
carismatico Mariano Rajoy e il leader del centro sinistra Zapatero. Dai
sondaggi sembra che gli spagnoli accusino Zapatero di aver fallito con
l'Eta, non aver mantenuto le promesse sulle autonomie regionali e di
essere eccessivamente trionfalista sui risultati della Spagna.
All'opposizione il leader del centro destra giudica finito il ciclo di
crescita della Spagna ed alcuni dati parrebbero dargli ragione:
inflazione al 4,3% ad inizio 2008, disoccupazione al 5,3, crescita annua
del Pil che dovrebbe attestarsi sul 3% contro il 3,5 preventivato, crisi
del mercato immobiliare, alto indebitamento delle famiglie per mutui ed
anche credito al consumo.
Rajoy ha poi vinto quelle elezioni diventando il nuovo Primo
Ministro di Spagna. A oggi, gennaio 2015, è ancora in carica. Dopo la
gravissima crisi economica degli ultimi anni la Spagna, dopo una serie
di riforme economiche, sembra sulla via del rilancio, anche se il tasso
di disoccupazione continua a essere il più alto tra i paesi della Unione
Europea.
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