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La
Spagna Musulmana
La Spagna Musulmana - Spagna araba - Islamica
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La leggenda di El Cid
Campeador
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L'Impero
coloniale spagnolo
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La Spagna
Musulmana
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La Reconquista
in Spagna
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La Guerra di
Spagna
La storiografia occidentale è spesso laconica sulle vicissitudini degli emiri
e dei califfi di al-Andalus, la Spagna musulmana come viene
chiamata dagli arabi.
Pertanto abbandonando la visione eurocentrica, si analizza la storia della
Spagna dal punto di vista “dell'Altro”, il conquistatore musulmano il quale si
scontrò con l'Europa medievale che, ancora alla ricerca di una propria identità,
combatteva gli “infedeli” senza soluzione di continuità tra fede e politica.
La conquista islamica della Spagna
Nel 711 Tariq ibn Ziyad, un Berbero affrancato da Musa
ibn Nusair, il governatore di Tangeri, nell'Ifriqiya, approdò in Spagna,
probabilmente chiamato in aiuto dal re visigoto Achila contro il suo rivale
Roderico, proclamato re a Toledo. Il luogo dello sbarco in Spagna prese il nome
proprio da Tariq ibn Ziayad, Giabal al- Tariq, c'est-à-dire Monte di Tariq,
divenuto poi Gibilterra. Tra ottobre e novembre del 711 Tariq, con le truppe
berbere, occupò facilmente Cordova e Toledo, capitale del regno visigoto. |
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Le fonti filoarabe riferiscono che nei cinque anni
seguenti buona parte della Spagna cadde nelle mani dei musulmani, mentre le
fonti eurocentriche amano precisare che la Spagna non divenne completamente
musulmana. Il territorio dei monti Cantatrici e dei Pirenei, a nord e nord-est,
rimase inaccessibile ai berberi e un altro centro di resistenza antislamica si
formò sul territorio montuoso dell'Aragona settentrionale.
La conquista musulmana fu favorita dalla debolezza
della monarchia visigota e dalla mancanza dell'opposizione da parte della
popolazione locale e dall'appoggio degli ebrei di Cordova e Toledo alle truppe
degli invasori musulmani. I visigoti, infatti, da tempo si erano impegnati in
una aspra persecuzione antiebraica. Forzati al battesimo, spogliati dei loro
beni ed imprigionati, gli ebrei accolsero come dei liberatori i berberi
musulmani, che si dimostrarono, in effetti, più tolleranti dei visigoti
cristiani.
Dopo i primi anni di insediamento i governatori
musulmani, stabilitisi a Cordova, dovettero affrontare numerosi problemi: la
resistenza cristiane, che durò poco grazie alla politica tollerante dei
musulmani, con l'unica eccezione delle Asturie; le rivolte dei Berberi contro
gli Arabi, pur essendo entrambe le etnie musulmane e le lotte intestine fra
Arabi di origine tribale diversa, riuniti insieme nelle truppe composite degli
eserciti musulmani che avevano invaso la Spagna. A seguito di un periodo di
disordini, il governo centrale omayyade di Damasco inviò un esercito siriano. I
siriani presto si stabilirono nel paese ed ottennero i territori vicini al
litorale spagnolo. Questo legame rappresenta la causa della scelta della Spagna
come rifugio dell'ultimo rampollo omayyade, Abd al-Rahman, sfuggito, nel
750, al massacro dell'intera dinastia omayyade per mano di Abu l-Abbas, che
diede avvio alla seguente dinastia musulmana, detta abbaside, che regnò in
Oriente.
Con l'appoggio dei siriani, Abd al-Rahman nel 756 fu
proclamato emiro a Cordova. Durante il suo regno, benché non fu imposta ai
locali la religione musulmana e sia ai cristiani che agli ebrei fosse permesso
di esercitare liberamente il loro culto, le conversioni all'Islam furono
numerose, specialmente nella Spagna meridionale ed orientale, dove la presenza
araba era più massiccia. L'islamizzazione e la seguente arabizzazione furono
molto rapide, tanto che, dopo alcune generazioni, fu impossibile distinguere i
discendenti dei conquistatori da quelli dei convertiti, che venivano chiamati
muwalladun, ossia gli adottati. Pertanto si assistette ad un vero e proprio
melting pot di popolazioni e di culture. I cristiani furono detti musta'rib,
dal cui è derivato mozarabi.
A dispetto della diversità della popolazione, la
Spagna omayyade iniziò già in questa epoca a configurarsi come uno stato
indipendente dal califfato abbaside orientale.
I primi anni dell'emirato di Abd al-Rahman furono
turbati dalle rivalità fra i clan arabi, ma non vi fu alcuna ostilità con i
cristiani del nord della Spagna, fatta eccezione per la spedizione di Carlo
Magno nel 778, intrapresa per sostenere un governatore di
Saragozza contro
l'emiro. In questa occasione avvenne l'episodio di Roncisvalle.
Dopo la morte di Abd al-Rahman (788), i suoi
successori Hisham I (788-796) e al-Hakam I (796-822) consolidarono
la loro posizione, nonostante alcune rivolte locali. Sotto al-Hakam i Franchi
riuscirono a riconquistare
Pamplona e addirittura
Barcellona (801).
Il regno di Abd al-Rahman II (822-852) fu
caratterizzato dalla pace interna e da piccole tensioni con i cristiani delle
Asturie. L'emiro riorganizzò l'amministrazione del suo stato sul modello di
quella abbaside: autorità assoluta del sovrano; amministrazione centralizzata,
gerarchizzata e burocratica, posta sotto la guida dello hagib, una sorta
di primo ministro, corrispondente al visir abbaside. L'economia prosperò,
il paese divenne ricco e la corte viveva nel lusso, tanto che Abd al-Rahman II
divene un munifico mecenate che si circondò di letterati, poeti, scienziati,
filosofi, provenienti dall'Occidente, ma anche dall'Oriente.
In questo periodo l'emirato assunse l'aspetto di uno
stato indipendente, dato che il califfato abbaside doveva fronteggiare disordini
di varia origine in Oriente e che il frazionamento politico era ormai un dato di
fatto nell'Africa settentrionale.
La fine del IX secolo fu agitata da numerose
insurrezioni locali, ma l'emiro Abdallah (888-912), successo ad Abd
al-Rahman II, riuscì a mantenere ben salda la dinastia. Durante il suo regno
marinai e mercanti andalusi crearono delle colonie nei principali porti
dell'Africa settentrionale, a testimonianza della crescente vitalità del
commercio della Spagna musulmana.
Maria Maddalena Colasuonno
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