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Storia della Spagna
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La leggenda di El Cid Campeador
La leggenda di El Cid
Campeador
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La leggenda di El Cid
Campeador
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Musulmana
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in Spagna
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La Guerra di
Spagna
Mito,
leggenda e storia s'intrecciano nella vita dell'eroe della
Reconquista
più famoso
della Spagna: Rodrigo Díaz de Vivar, meglio noto come "El Cid
Campeador" o semplicemente El Cid. Il Campeador può
considerarsi il più popolare degli eroi nazionali spagnoli, tanto che le
sue gesta hanno ispirato numerose opere nella letteratura, e non solo quella
spagnola. Si consideri tra tutti il poema 'El Cantar de Mio Cid', datato
1140 e spesso indicato come l'inizio della letteratura in Spagna, o ancoraLe
gesta giovanili del Cid",
scritto da Guillén de Castro nel XVII secolo, e la tragedia di Pierre
Corneille (famoso drammaturgo e scrittore francese) scritta nel 1636.
Siamo nel
periodo
storico della Reconquista spagnola, e a chiamarlo 'El Cid'
furono proprio i Mori (da 'As-Sid', Signore o Capo)‚ suoi
avversari durante i combattimenti affrontati sotto il comando di
Alfonso VI di Leon. Il titolo di 'Campendor'
(Campione) gli fu dato dai soldati cristiani‚ durante la sua militanza
sotto Sancio di Castiglia. Tradizione e leggenda hanno gettato
un'ombra profonda nella storia del cavaliere, a tal punto che la sua
stessa esistenza è stata messa in discussione.
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Sentiamo
spesso parlare del El Cid storico contrapposto all'El Cid leggendario:
la storia lo dipinge spesso come un avventuriero senza scrupoli, che ha
combattuto con lo stesso vigore cristiani e mori; un uomo brutale nelle scelte
di promuovere i propri fini. Molto diverso è l'El Cid della leggenda, dipinto
come un ero romantico, marito e padre amorevole, soldato coraggioso gentile e
nobile, sempre vincitore, incrollabilmente fedele al suo paese e al suo re; un
uomo il cui nome è sempre stato sinonimo di patriottismo spagnolo. Qualunque
siano state le vere avventure di El Cid Campeador, è necessario ricordare che il
suo nome è giunto fino a noi lungo i secoli da una Spagna cattolica, e la
sua la figura è stata posta al centro della lunga lotta dei cristiani contro la
Spagna musulmana.
Rodrigo (o
Ruy) Díaz de Vivar, nacque nel 1040 (o secondo alcuni storici, nel
1043) per l'appunto a Vivar, un piccolo villaggio vicino a Burgos,
da cui prese il nome. Poco più che ragazzo venne introdotto alla corte di re
Ferdinando I di Castiglia e del figlio maggiore del re, il futuro Sancho
II. A differenza di oggi, la Spagna del tempo non era un regno omogeneo, ma
governato da molti re e come è noto gran parte del territorio era anche
governato dagli arabi. Alla morte di re Ferdinando, avvenuta nel 1065, il regno
venne diviso tra i suoi re figli Sancio, Alfonso, Garcia, Elvira e Urraca.
A soli 23
anni il giovane Rodrigo fu nominato comandante degli eserciti reali,
essendosi già fatto valere in diverse battaglie a difesa delle terre di
Saragozza (a quel tempo contro gli aragonesi
e a favore dell'emiro della stessa città). Prestando fedeltà a Sancho, partecipò
sempre al suo fianco nelle guerre contro i suoi fratelli per il controllo totale
delle terre lasciate in eredità dal padre. Sancho riuscì ad aggiungere al suo
dominio i territori di
Leon e di Galizia, porzioni
appartenenti ai suoi fratelli (in ogni istanza El Cid andò in suo soccorso,
trasformando un'apparente sconfitta in vittoria). Sancho fu assassinato nel
1072, come risultato di un patto tra suo fratello Alfonso e la sorella Urraca.
Poiché Sancio morì nubile e senza figli, tutto il suo potere passò a suo
fratello Alfonso, che assunse il nome di Alfonso VI.
Nonostante
El Cid potesse temere per la propria vita, il destino giocò a suo favore.
Alfonso sapeva che avrebbe avuto bisogno di un leader come El Cid, soprattutto
perché era conscio del fatto che i castigliani amavano El Cid e non erano poi
tanto contenti d'essere guidati da un re di Leon. Fu così che dopo aver rimosso
il cavaliere da comandante degli eserciti reali, nel 1074 gli diede in sposa la
nipote, Jimena. Da qui ebbe inizio il legame tra Alfonso ed El Cid. Il re
rimase comunque sempre restio alla fiducia manifestata dal condottiero. Fu così
che infatti necessitando di una protezione più sicura, El Cid offrì appoggiò al
califfo di Saragozza, il leader arabo al-Mu'tamin. Il suo servizio durò
per quasi 10 anni. Durante le tante battaglie, e tra alleanze tra mori e
cristiani, sconfisse da una parte il sovrano arabo di Lérida e il suo alleato
della contea di
Barcellona,
impedendo al tempo stesso che anche
Valencia
cadesse completamente nelle mani degli arabi. Durante la fine del XI secolo,
alla conseguente invasione degli Almoravidi (dinastia berbera proveniente
dal Sahara), Alfonso richiamò El Cid a suo fianco.
Nel 1093 El
Cid assediò Valencia liberandola dai sostenitori degli Almoravidi e facendo
della città un baluardo cristiano. Divenne lui stesso signore sovrano,
ufficialmente in nome di Alfonso ma in realtà il suo era un governo
completamente indipendente. Durante il suo governo Valencia era caratterizzata
dalla presenza al tempo stesso di cristiani e di musulmani, tanto che entrambi
servivano esercito ed amministrazione civile.
In un
gioco di alleanze il potere di El Cid divenne sempre più esplicito: nel 1096
si alleò con Pietro I di Aragona, insieme fermarono l'avanzata degli
Almoravidi nella regione; attraverso i matrimoni delle figlie strinse
alleanza con i conti di Barcellona e con i sovrani di Navarra. Il
suo nome era ormai destinato ad essere ricordato in tutta la Spagna.
Toledo
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