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Questa
che segue è un'intervista a Gorka, un ragazzo spagnolo intervistato
durante una passeggiata nella sua Bilbao...
Non solo Guernica… nei paesi baschi tra
dipinti di Marilyn e murales sacro-profani. Dopo
un pranzo a base di
merluza a la cosquera, invece della siesta consiglierei una
passeggiata nel Casco Viejo, condita dalla guida di un basco
dall'ironia a dir poco speziata… è splendido gustare assaggi della vita
di Gorka percorrendo le vie che partono dalla piazza del Duomo di
Bilbao…
Meno male che sono con te… credo che mi
perderei qui in mezzo! «Le prime
volte avevo anch'io questa sensazione di smarrimento, sembrano tutte
uguali queste strade! Ma ho imparato velocemente a distinguerle. Non sai
quante serate ho passato qui, soprattutto da ragazzino, nelle mie
primissime uscite serali!»
E' una zona molto viva la notte? «Come
no! E' pieno di pub, di locali davvero carini e soprattutto di gente! Se
vuoi vedere qualcosa di assolutamente tipico, non puoi perderti questa
zona. Qui di sicuro incontri i Chiquiteros…»
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Aspetta… io conosco i chupitos, ma i
chiquiteros mi sfuggono… «Un
chiquito corrisponde più o meno a due chupitos, e i
chiquiteros sono coloro che bevono i chiquitos! Uomini che
passano le serate da un pub all'altro prendendo questi assaggi di vino
rosso della casa e cantando canzoni popolari… il massimo se vuoi
immergerti nelle nostre tradizioni! Rispetto a quando erano giovani i
miei genitori i costumi vanno via via perdendosi… ma devo dire che
qualcosa continua a resistere, e ne sono contento! Ad esempio vedi
questa? (mi mostra una fotografia di un bambino con in mano delle
monete, vestito con costume popolare ndr). Sono io da piccolo!»
Ma ti vestivi sempre così? No, scherzo… che
occasione era? «Il matrimonio di
mia sorella. Vedi, io portavo le monete, è una nostra usanza. E c'era
anche la mia cuginetta, che in questa foto non si vede, anche lei col
costume popolare: fazzoletto in testa, camicia bianca, gonnellona rossa
con strisce nere in basso, gilet nero e scarpe come quelle da uomo… Ma
non pensare che i Paesi Baschi siano solo tradizione e balli popolari…»
Ecco si, mi stavo formando questa idea…
«Per certi versi siamo, o almeno siamo
stati, molto all'avanguardia. Anche in tempi relativamente recenti…
prendi i mezzi pubblici o alcuni locali. Rispetto a
Madridabbiamo
anticipato i tempi.»
Noto una punta di rivalità…
«Ammetto di avere un forte amor di patria, ma
provo ad essere obiettivo. Ad esempio abbiamo due linee metropolitane,
come Roma… e Bilbao è decisamente più piccola. Ricordo da sempre sugli
autobus l'aria condizionata, mentre a Madrid è arrivata in un secondo
momento. E poi l'efficienza dei mezzi è indiscutibile. Sono precisi,
puntualissimi e c'è molta attenzione al fatto che vengano pagati
biglietti. In metro trovi barriere sia all'ingresso che all'uscita, un
po' come a Londra. E sui mezzi di superficie è il conducente stesso che
controlla i biglietti, di conseguenza nessuno può truffare… in Italia ho
notato che c'è l'uso di salire sui mezzi senza pagare e credo che questo
influisca sul fatto che le cose non funzionano al meglio… se ci fosse
più responsabilità da parte di tutti… ma è anche un cane che si morde la
coda…»
Hai ragione, non possiamo stabilire noi se sia
nato prima l'uovo o la gallina… tornando alla tua affermazione
precedente, mi dicevi che anche per i locali Bilbao è all'avanguardia…
«Per lo meno lo è stata! Ricordo i
miei primi capodanno da “grande” in un pub-discoteca che si chiama
Congreso, l'hanno aperto almeno 17 anni fa e da subito ha attratto
ragazzi da tutta la Spagna. E' frequente che arrivino anche da Madrid
per ascoltare la musica dei più importanti dj di Londra o Parigi e
vedere ragazze bellissime ballare sui cubi. Le prime volte io restavo
incantato a guardare un murales enorme. Raffigura l'Ultima Cena di
Cristo, con figure ricche di particolari e uno stile diciamo “picassiano”,
molto geometrico. Allo stesso tempo moderno, però antico, però classico.
Tanti però! Potrei definirlo astratto. Mi faceva effetto il contrasto
tra la situazione “viziosa” del locale e la solenne religiosità
dell'ultima cena.»
Ecco che esce la tua anima di pittore! So che
sei noto come “il ragazzo che dipinge Marilyn”…
«E' vero! Ho anche avuto un negozio dedicato a
lei, con i miei quadri e tutto quello che trovavo in giro su Marilyn. E'
una passione da sempre»
Dove hai imparato a dipingere?
«A dipingere, in realtà, ho imparato nelle
scuole private e, soprattutto, facendo l'assistente a grandi pittori.
Poi mi sono appena laureato all'Università di Belle Arti a Lemona, una
cittadina industriale che dista circa 20 km da Bilbao.»
A Bilbao non c'è Belle Arti?
«Sicuramente non a Deusto, l'Università
principale, una delle più grandi in Europa… una di quelle in cui è
veramente difficile entrare!»
E mentre studiavi? Come facevi a pagarti
l'affitto? «Veramente vivevo con i
miei genitori! Ho sempre lavorato come venditore per pagarmi gli extra,
comunque… E poi devo dire che se avessi avuto problemi economici, avrei
trovato aiuto dallo Stato. Sai, il governo aiuta finanziariamente chi è
al di sotto di un certo reddito, anche gli stranieri… e non credere che
la vita sia cara come in Italia: gli stipendi sono equiparabili, ma le
tasse sono più basse, e questo aiuta notevolmente»
E gli affitti?
«Rispetto al resto della Spagna sono
abbastanza alti, ma sempre più bassi di quanto ho sentito che pagate a
Roma o Milano…»
Affitti più bassi, aiuti da parte del governo
anche agli stranieri, clima piacevole e gente allegra… mi trasferisco?
«Sarei di parte se ti dicessi di
si?!? Tu prova… e ondo ibili! »
Sarà il merluzzo alla cosquera, sarà l'aria
frizzantina del centro di Bilbao, sarà il sorriso di Gorka… senza
bisogno de parlare Euskera, capisco che lui mi sta augurando buona
fortuna! Ma è soprattutto la traduzione letterale “cammina bene” che mi
fa sentire questa frase come un vero buon auspicio… sul trasferirmi ci
penserò, per ora mi godo gli ultimi chupitos prima di risalire
sull'aereo…
Francesca Sebastiani
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